Un video-documentario realizzato con i ragazzi della classe V M del Liceo Giordano Bruno (indirizzo musicale) di Roma diretti dal regista Angelo Loy e coordinati dalla prof.ssa Manuela Reggiani.
Il lavoro è nato dalla necessità di far emergere aspetti intimi della vita di una classe di adolescenti ai quali difficilmente viene data voce a scuola. Un modo anche per lavorare con i conflitti interni al gruppo, raramente risolvibili durante l’orario scolastico. L’obiettivo era quello di favorire la conoscenza di sé attraverso l’analisi dei propri talenti caratteriali e naturali, ma anche dei propri limiti dietro ai quali c’è sempre una potenzialità da scoprire attraverso un lavoro da fare insieme che è possibile fare a partire proprio dalle proprie fragilità. Senza mai dimenticare che la scuola è una comunità di persone, come la famiglia, e quindi chi sono io, lo posso capire dalle mie relazioni che spesso sono superficiali, formali e che invece mi dovrebbero aiutare a capire me stesso perché ciò che mi infastidisce di una persona spesso rivela un mio difetto o una mia grave intolleranza. La finalità principale è stata anche quella di rompere lo stereotipo della classe, di inserire nuovi elementi di conoscenza per rivitalizzare la vita del gruppo e renderla più autentica, smascherando il personaggio che ciascuno spesso si costruisce. La proposta è stata quella di lavorare sul tema dell’AUTORITRATTO da un punto di vista multidisciplinare: i testi scritti dagli alunni in cui si raccontano hanno dialogato con le opere d’arte, ossia immagini per loro “forti” nelle quali si sono ri-conosciuti, il tutto infine ha trovato il giusto compimento, la giusta armonizzazione con la composizione e l’esecuzione musicale della sigla.
I ragazzi si sono sentiti liberi di raccontarsi, di farsi coinvolgere emotivamente e di esporsi nel ruolo di protagonisti. Davanti allo sguardo neutro e non giudicante della telecamera: è nato un video-partecipato in cui l’oggetto e il soggetto narrante coincidono. Il progetto è stato incluso nelle attività di alternanza scuola-lavoro.Gli studenti hanno imparato ad elaborare un testo finalizzato alla lettura davanti ad una cinepresa, hanno acquisito rudimenti di ripresa video e di montaggio, hanno composto la colonna sonora del film contribuendo ognuno con il proprio strumento, hanno studiato ed interpretato opere di pittura in maniera personale ed originale.
I professori cosa hanno scoperto?
Personalmente rivedendo il film-documentario ho scoperto quello che a noi docenti e spesso ai genitori è totalmente inaccessibile: il loro mondo interiore. Ho scoperto che si incantano di fronte alla bellezza molto pù di quanto potessi immaginare, non sembra ma hanno una forte dimensione contemplativa, infatti dalle opere che hanno scelto ritorna spesso il tema dell’amore e della bellezza.
Il rapporto tra se stessi e l’opera è interessante: ad esempio tra la vitalità interna di un dipinto e la propria voglia di fare c’è un nesso profondo, oppure tra la pittura d’atmosfera di un quadro impressionista e le proprie idee poco delineate non c’è soluzione di continuità. Una ragazza ottimista e curiosa, creativa, disordinata e spontanea si riconosce negli acquarelli coloratissimi di Kandinskj, oppure in un altro caso è avvenuto quello che io nemmeno lontanamente potevo immaginare ossia un’identificazione tra Santa Maria Egiziaca e se stessi, o meglio con il proprio amore per il silenzio e la meditazione.
Un lavoro introspettivo in cui c’è chi ha scoperto il nesso tra una foresta incantata di tipo romantico e i propri grovigli interiori, su cui però inaspettatamente brilla l’arcobaleno, non prima di aver superato le montagne rocciose, oppure c’è chi ha evidenziato il collegamento tra la propria frenesia e la vitalità dinamica di un’opera futurista.
I ragazzi sono sempre una fonte inesauribile di scoperte infatti mi hanno dimostrato che conoscono e amano l’arte più di quanto si possa pensare.
Ringraziandoli per avermi dato l’opportunità di lavorare con loro vorrei solo dire che anche se la vita è complessa e a tratti potrà apparire difficile o ingiusta devono ricordarsi che offre loro , sempre infinite possibilità , per cui possono trasformarla, solo se lo desiderano in una vera e propria opera d’arte. Mi sento di dire loro: l’unica cosa che vi rende veramente unici sono i vostri desideri, il vostro progetto di vita, per cui, ragazzi, mi raccomando sognate in grande e puntate in alto.
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